Il Pisani, lasciando ai Greci la cura di continuare l'assedio di Pera, si portò a Negroponte coi vascelli che aveva adunati a Costantinopoli; prese sotto il supremo suo comando le galere ch'erano state assediate in Calcide, e le due flotte giunte da Catalogna e da Venezia. Le tempeste della stagione burrascosa, in cui era costretto di navigare, gli avevano fatte perdere sette navi e due ai Catalani, ed alcune altre erano state staccate per secondarie operazioni; ciò null'ostante il Pisani trovavasi ancora alla testa d'una flotta di settanta galere, che divise tra i porti di Corone e di Modone, posti nella Morea, per passarvi i due peggiori mesi dell'inverno153.
Ma i Veneziani ed i Genovesi, ugualmente impazienti di venire alle mani, appena passato gennajo ripresero il mare. I Genovesi furono i primi a spiegare le vele verso il Bosforo. Cammino facendo presero Eraclea d'assalto per vendicare l'assassinio di due loro soldati154. Occuparono in appresso Sozopoli, e Paganino Doria potè a stento contenerli quando vollero attaccare Costantinopoli nella stessa maniera155. Frattanto due galere, che quest'ammiraglio aveva spedite a Gallipoli, tornarono il 7 febbrajo, dandogli avviso, che l'armata veneziana e catalana composta di sessantasette galere, entrava in quel giorno a Preknonesos, o isola del Principe, posta all'apertura della Propontide dalla banda dell'Elesponto.
Le burrasche, frequenti su quegli angusti mari, ritennero alcun tempo le due flotte quasi prigioniere; la veneziana nel porto dell'isola del Principe, la genovese in quello di Calcedonia.
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