Dopo aver passati tre mesi sulle coste della Catalogna, l'ammiraglio con quindici galere, ancora cariche delle ricchezze e degli schiavi, fu ricevuto nel porto di Genova. L'oro fece scordare l'assassinio e la perfidia con cui era stato acquistato196.
Abbiamo detto che la repubblica di Venezia aveva accondisceso ad una pace svantaggiosa, perchè la scoperta d'una pericolosa congiura aveva sparso il terrore in tutta la città. Quattro giorni dopo la morte del doge Andrea Dandolo, accaduta l'undici settembre 1354, i quaranta elettori avevano proclamato suo successore Marin Falieri, conte di Val di Marina, uomo di settantasei anni, che le sue grandi ricchezze e le cariche amministrate facevano risguardare tra i più riputati cittadini di Venezia197. Falieri aveva una bella e giovane sposa, della quale era perdutamente geloso. Eragli particolarmente sospetto Michele Steno, uno de' tre capi della quarentia, o tribunal criminale, sebbene le frequenti sue visite non avessero per oggetto la consorte del doge, ma una delle donne della sua casa. In una pubblica festa, l'ultimo giorno di carnevale, avendo Falieri notati i famigliari e poco decenti modi tenuti da questa donna con Steno, lo escluse dall'adunanza. Questo gentiluomo in un primo impeto di collera scrisse sul trono ducale posto nella vicina sala due versi ingiuriosi all'onore del doge, ed alla fedeltà della di lui sposa198.
Era questa pel geloso Falieri la più mortale offesa: riconobbe Steno autore dello scritto, e lo denunciò agli avogadori.
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