Egli credeva di vedere vendicata la sua ingiuria dal consiglio de' dieci con una esemplare severità, ma questa causa invece di essere portata a quel consiglio, fu dagli avogadori mandata alla quarantia medesima di cui era presidente lo stesso Steno. Il risentimento, l'agitazione d'una festa, la licenza autorizzata dalla maschera, ond'era coperto il colpevole, furono considerati come circostanze che minoravano il delitto, e Steno venne condannato soltanto ad un mese di arresto. Il doge più sdegnato di tanta indulgenza, che della prima ingiuria, estese il suo odio, ed il desiderio di vendetta a tutta la quarantia, che aveva così leggermente punito il colpevole, ed a tutta la nobiltà, che non aveva presa a petto l'offesa fattagli.
Conservavasi tuttavia nel popolo di Venezia un segreto odio contro quella nobiltà, che si era esclusivamente impadronita della sovranità, spogliando de' suoi diritti la nazione. L'insolenza di alcuni giovani patrizj accresceva l'animosità del popolo. Vedevansi abusare dell'impunità che loro dava l'amicizia di potenti personaggi per introdursi nelle case de' borghesi, sedurre le loro spose e figlie, ed in appresso maltrattare i genitori, o i mariti da loro disonorati199. Israele Bertuccio, plebeo, capo dell'arsenale, era stato insultato in questo modo. Portò le sue lagnanze al doge contro un gentiluomo di casa Barbaro. Falieri manifestando la sua impotente compassione, lo assicurò che non avrebbe ottenuto giustizia. «Non sono io stato insultato al pari di voi, gli disse, ed il preteso castigo del colpevole, non fu forse per me, e per la stessa corona ducale una nuova offesa?
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