La signoria scrisse pure una lettera contenente i seguenti frammenti.
«Non è lungo tempo che abbiamo risolto di far fiorire tra di noi i buoni studj, troppo finora trascurati in questa città. Vogliamo che vi si possa acquistare un'intera istruzione in ogni genere, affinchè, come fece Roma in altri tempi, la nostra repubblica s'innalzi gloriosamente al disopra delle altre città d'Italia, e la sua fama vada crescendo di pari passo colla sua prosperità. Non è che per te solo che la nostra patria può ottenere lo scopo de' suoi desiderj; onde ti supplica (e questa distinzione fu rara ancora tra gli antichi) di prendere in considerazione la sua università, e di fare, che, per mezzo tuo, ella fiorisca. Scegli tu stesso il libro che ti piacerà d'interpretare, scegli la scienza che troverai più confacente alla tua riputazione ed al tuo riposo. Forse si troveranno qui uomini di elevata mente, che, risvegliati dal tuo esempio, s'incoraggieranno a pubblicare i versi loro nella nostra città.... Preparati dal canto tuo, se ci è permesso di confortartene, preparati a terminare l'immortale tuo poema dell'Affrica, affinchè le muse, neglette da tanti secoli, tornino a prendere stanza tra di noi. Tu hai finora viaggiato abbastanza, e lungamente esaminate le costumanze ed il carattere delle nazioni. Oggi i tuoi magistrati, i tuoi concittadini, i nobili ed il popolo, l'antica casa ed il patrimonio de' tuoi antenati, che ti rendiamo, ti chiamano, ti aspettano. Torna adunque, torna dopo tanto tempo, e la tua eloquenza assecondi i nostri progetti214.»
| |
Roma Italia Affrica
|