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      Le qualità comuni ai popoli dell'Italia e della Grecia, le qualità permanenti, il di cui germe si è conservato sotto tutti i governi, ed ancora si conserva, sono una vivace e brillante immaginazione, una sensibilità rapidamente eccitata e rapidamente compressa, finalmente il gusto innato per tutte le arti, ed organi proprj ad apprezzare ed a riprodurre ciò che è bello in ogni genere. Nelle feste del popolo delle campagne, si rinverrebbero in oggi uomini affatto somiglianti a quelli, che coi loro applausi incoraggiarono i talenti di Fidia, di Michelangelo, o di Raffaello. Essi ornano il loro cappello d'odorosi fiori, il loro mantello è pittorescamente acconciato come quello delle antiche statue, il loro linguaggio figurato e pieno di fuoco, i loro atti esprimono tutte le passioni, ed essi sono realmente suscettibili del più violento220 amore, come della più bollente collera. Veruna festa sembra loro compiuta se le facoltà morali dell'uomo non v'hanno avuta qualche parte, se la chiesa, in cui si adunano, non è ornata con isquisito gusto e pittorescamente, se l'anima loro non viene da una musica armoniosa sollevata al cielo. Lo spirito medesimo prende parte ai loro divertimenti; quando possono sottrarre ai loro bisogni parte del guadagno delle sostenute fatiche, non lo consumano in bevande spiritose, o in istravizj, ma lo portano come un tributo ai teatri, ai poeti improvvisatori, ai declamatori di storie, che ravvivano la loro immaginazione, e che nutrono il loro spirito. L'Italia nell'età presente è il solo paese ove il bifolco, il vignajuolo, il pastore, riempiano colle loro mogli e figli le sale degli spettacoli, il solo paese, in cui le persone di tale condizione possano intendere le tragedie rappresentanti gli eroi de' tempi passati, e le favole poetiche, che loro non sono del tutto sconosciute.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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