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      Nel susseguente mattino 25 febbrajo, passò il ponte ed attaccò Fregnano, che difendeva l'altra parte della città. Dopo un'accanita zuffa fu ucciso il bastardo della Scala, e Paolo Pico della Mirandola, ch'era stato nominato suo podestà con molti altri complici. Feltrino Gonzaga rimase prigioniero, e non ottenne la libertà che pagando una taglia di trentamila fiorini. Il cadavere di Fregnano venne ignominiosamente appeso ad una forca, furono condannati a morte varj suoi complici, e Can Grande trovossi nuovamente padrone di Verona: ma la ribellione, che aveva con tanta rapidità soffocata, gli aveva fatto vedere quanto doveva ripromettersi dai signori di Mantova e di Milano226.
      Le congiure, tramate nelle famiglie di Carrara e di Gonzaga, non cagionarono la guerra civile, e si eseguirono ambedue entro le mura dei palazzi dei principi. A Padova uno zio ed un nipote, Jacopino e Francesco da Carrara regnavano insieme. Quest'ultimo, che vedremo governare e difendere gloriosamente i suoi stati, fece all'impensata prendere lo zio mentre con lui stava cenando a tavola227; lo accusò d'avere ordito una trama per farlo assassinare, e lo fece gettare in una prigione ove lo sgraziato Jacopino visse ancora diciassett'anni. Sua moglie Margarita Gonzaga, venne rimandata a Mantova col figlio in età di un anno. Una segreta gelosia tra questa donna e la moglie di Francesco, era stata la cagione di questa catastrofe228.
      L'ultima a scoppiare fu la congiura di Mantova. Guido da Gonzaga, signore di questa città, aveva tre figliuoli, il primo de' quali, Ugolino, era stato chiamato dal padre a partecipare del sovrano potere; e perchè questi mostravasi egualmente valoroso e prudente, Guido, invecchiato, gli andava poc'a poco abbandonando tutta la sua autorità. I due minori fratelli Lodovico e Francesco ne concepirono la più violente gelosia.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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