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      Egidio Albornoz si diceva disceso dalle reali case di Leone e di Arragona; era stato nominato assai giovane arcivescovo di Toledo, lo che non gli aveva impedito di fare la guerra ai Mori, e di rendersi glorioso contro gl'infedeli. Dopo la battaglia di Tariffa, aveva di propria mano armato cavaliere Alfonso XI di Castiglia, e nel 1343 aveva diretto l'assedio d'Algesiras. Quando morì Alfonso XI Albornoz venne alla corte d'Avignone, ove Clemente VI gli diede il cappello cardinalizio. Innocenzo VI l'anno 1353 dovendo nominare un generale nel sacro collegio, giudicò il cardinale spagnuolo più capace di ogni altro a riconquistare gli stati della chiesa264.
      Albornoz entrò in Italia nell'agosto del 1353 mal fornito di truppe e di danaro, ma con promesse di larghi sussidj. Sebbene la di lui venuta eccitasse la diffidenza dell'arcivescovo Visconti, questi lo accolse onorevolmente265. Il cardinale prese in appresso la via di Firenze, ove giunse in ottobre, ed ottenne dalla repubblica il piccolo sussidio di cento cinquanta cavalli. Fin qui le truppe d'Albornoz trovaronsi sproporzionate affatto a' suoi vasti progetti; ma egli fidava assai meno nell'armata, che nelle disposizioni de' popoli; imperciocchè la sua missione tornava utilissima alla loro prosperità. Era egli incaricato di rendere alle città la libertà, e quel governo repubblicano, di cui avevano goduto lungo tempo sotto la protezione della chiesa, e veniva per fare la guerra a piccoli tiranni, non meno nemici del popolo che del papa, a tiranni la di cui autorità era odiosa, ed alle di cui passioni venivano tutte attribuite le pubbliche calamità. Clemente VI aveva prima di morire pubblicata una bolla di scomunica contro tutti gli usurpatori, e nominatamente contro Giovanni di Vico tiranno di Viterbo e d'Orvieto, Francesco degli Ordelaffi tiranno di Forlì, e Giovanni e Guglielmo de' Manfredi tiranni di Faenza266.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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