Sembrò a Carlo che queste contraddittorie negoziazioni avessero finalmente rimosse dalla spedizione d'Italia quelle difficoltà che avevano sconsigliati dall'intraprenderla i suoi predecessori289. I comuni della Toscana, in ogni tempo nemici degl'imperatori, erano stati i primi ad invitarlo. Venezia, Verona, Padova, Ferrara e Mantova cercavano la sua alleanza; il signore di Milano e del rimanente della Lombardia gli offriva la sua amicizia; per ultimo la corte d'Avignone l'aveva creato re de' Romani, dando così motivo ai suoi nemici di chiamarlo il re dei preti. Carlo IV, che bramava l' onore della corona imperiale, mandò deputati ad Innocenzo VI per rinnovare le promesse che fatte aveva ai suoi predecessori, chiedendo che il papa gli permettesse d'entrare in Italia, e nominasse i legati che dovevano coronarlo. Una deliberazione del concistoro nel febbrajo del 1354 soddisfece interamente ai suoi desiderj290.
Frattanto era scoppiata la guerra tra l'arcivescovo di Milano e la lega della Venezia: il 18 maggio del 1354 Francesco Castracani, generale del Visconti, erasi avanzato ad assediare Modena, che ubbidiva ai marchesi d'Este. La famiglia dei Pii e tutti i Ghibellini di Modena passarono nel campo milanese, e diedero all'armata dell'arcivescovo molte terre murate291. Dall'altro canto i Guelfi di Bologna ed il partito repubblicano aveva voluto scuotere il giogo di Visconti d'Oleggio, che comandava in questa città a nome del signore di Milano. La ribellione era scoppiata il 10 di giugno; si era furiosamente combattuto nelle strade; ma i repubblicani erano rimasti soccombenti, e dodici de' più distinti cittadini di Bologna periti sul patibolo292.
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