Eransi consumati alcuni mesi da ambe le parti, prima che le potenze nemiche si fossero poste in misura di spingere con vigore le ostilità; ma la lega Veneta avea preso al suo soldo la grande compagnia formata dal cavaliere di Moriale, e comandata dal conte Lando. Già si aspettavano importanti operazioni militari, quando furono sospese in un modo impensato. Giovanni Visconti, arcivescovo e signore di Milano, morì subitaneamente il 5 ottobre del 1354, nel farsi levare un carbonchio, che due giorni prima era comparso sulla sua fronte, e che si credeva poco pericoloso293.
Lasciava suoi successori tre nipoti; figliuoli di suo fratello Stefano Visconti, e la di lui eredità venne divisa tra di loro. Siccome trovavansi circondati dai soldati adunati dall'arcivescovo per combattere la lega, non incontrarono difficoltà nel farsi proclamare signori da tutte le città del loro dominio. Questa cerimonia, che ricordava ancora que' diritti che il popolo più non esercitava, si fece in Milano il 12 ottobre del 1354. I tre fratelli divisero in appresso i loro stati e la loro autorità, di modo che ognuno di loro ebbe un appannaggio in proprietà, senza che la sovranità fosse divisa. La città di Milano, centro del governo, rimase comune ai fratelli Visconti, siccome quella di Genova. Matteo, il maggiore dei tre, uomo voluttuoso e corrotto, prese per sua parte Piacenza, Parma, Bologna, Lodi e Bobbio, e non domandò altra parte nell'amministrazione generale, che d'essere nominato il primo in tutti gli atti.
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