Frattanto l'imperatore soggiornava in Pisa, e dava un magnifico spettacolo agli abitanti di questa città. Adunò il popolo a parlamento sulla piazza del duomo, e prendendo per mano Zanobio di Strata, fiorentino, capo di una scuola di rettorica e di belle lettere, gli diede il titolo di poeta e lo coronò d'alloro. Zanobio trovavasi in allora tra le persone addette a Nicola Acciajuoli, grande siniscalco del regno di Napoli, aveva molta fama, ed era amico del Petrarca. Per altro questi, che dieci anni prima era stato coronato in Campidoglio, a stento seppe nascondere la propria invidia pel trionfo d'un nuovo poeta. Zanobio corse a cavallo le strade di Pisa, circondato dai primi signori dell'impero, in mezzo agli applausi del popolo. Ma breve fu la sua gloria, non essendosi conservata fino ai nostri dì veruna sua opera335.
Mentre Carlo trovavasi a Pisa, tutti i Lucchesi, che lo avevano conosciuto nel 1332, accorrevano a lui supplicandolo ad avere pietà della loro patria336. I mercanti emigrati di Lucca si mostravano disposti a fare i più grandi sagrificj per rientrare nella loro patria, e le loro offerte pecuniarie avevano ben maggiore influenza su l'avido spirito del monarca, che le preghiere e la compassione. Si dice che i soli Lucchesi dimoranti in Francia offrirono all'imperatore cento venti mila fiorini per prezzo della libertà della loro patria337. Questi trattati non erano affatto ignoti ai Pisani, quando il fuoco distrusse gran parte del palazzo del comune abitato dall'imperatore.
| |
Pisa Zanobio Strata Nicola Acciajuoli Napoli Petrarca Campidoglio Pisa Carlo Pisa Lucchesi Lucca Lucchesi Francia Pisani
|