Una privata ingiuria, che si era preso l'impegno di vendicare, l'aveva lungo tempo trattenuta negli stati di Bernardino da Polenta. Questo signore del 1350, in occasione che i pellegrini accorrevano in folla a Roma, fissò gli occhi sopra una contessa tedesca di singolare avvenenza, che si era fermata in un albergo: il tiranno più non le consentì di proseguire il suo divoto viaggio; egli voleva essere corrisposto in amore; onde dopo avere inutilmente adoperati per piacerle tutti gli accorgimenti della galanteria e della magnificenza, dopo avere lungo tempo adulato, supplicato, servito, tentò una colpevole violenza. La bella pellegrina salvò la sua castità con una morte volontaria. Il di lei scudiere portò in Germania la notizia di questo tragico avvenimento. Due cavalieri, fratelli della contessa, poveri, e fidati soltanto alla loro spada, scesero subito in Italia per vendicare la sorella, e trovarono la grande compagnia presso Mantova. Dopo la morte del cavaliere di Moriale era questa sotto gli ordini del conte Lando, loro compatriotto; essi comunicarono il proprio risentimento ai soldati, agli ufficiali, al medesimo generale, e fecero porre per conto loro lo stato di Ravenna a fuoco e a sangue360.
Indi la gran compagnia penetrò negli Abruzzi in sul cominciare del 1355. Verun preparativo erasi fatto per resisterle, sebbene tutti gli alleati del re lo avessero avvisato, che dirigevasi verso i suoi stati; ma il carnovale era di già cominciato, e Luigi non voleva permettere che si turbassero le feste e le danze della corte con triste nuove, o con molesti pensieri di affari361.
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