La politica del legato era facilmente conosciuta. La chiesa non aveva maggiori motivi di muover guerra ai Malatesti, piuttosto che agli altri signori; ed ognuno doveva prevedere che sarebbe tosto o tardi attaccato. Il valoroso Francesco degli Ordelaffi, capitano o signore di Forlì, rinunciò il primo ad un'antica inimicizia che lo divideva dal Malatesti, e contrasse con questi una sincera alleanza; cui prese subito parte anche Raineri dei Manfredi, signore di Faenza. Gentile da Mogliano entrò ancor esso nella stessa lega, sorprese e cacciò da Fermo le truppe della chiesa introdottevi da lui medesimo, rimandò al legato il gonfalone che aveva da lui ricevuto; e diede pubblicità all'alleanza di fresco contratta coi signori della Romagna370.
Era troppo tardi: il legato dopo avere sottomessa più che la metà dello stato della chiesa, trovavasi abbastanza forte per isfidare questa lega; altronde altri principi, meno preveggenti, cercavano ancora la di lui amicizia, e Ridolfo da Varano, signore di Camerino371, chiese per sè il comando dell'armata che Gentile da Mogliano aveva rinunciato. Da principio Ridolfo fu sorpreso da Francesco degli Ordelaffi, e la sua armata rotta e dispersa372; ma egli si rifece da questa perdita, battendo poco dopo e facendo prigioniero Galeotto Malatesti, fratello del signore di Rimini, ed uno de' migliori capitani d'Italia373. Questa disfatta scoraggiò il Malatesta, che abbandonò il primo la lega da lui formata, e offrì condizioni di pace al legato; e perchè era d'origine Guelfo, le città guelfe lo raccomandarono alle generosità del cardinale Albornoz.
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