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      Oleggio li fece uscire di città, dopo averli disarmati, nominò altri rettori ossia ufficiali di giustizia invece di quelli che aveva ritenuti in palazzo; mandò con estrema sollecitudine contr'ordini a tutti i suoi castellani, perchè non aprissero le fortezze al nuovo governatore, e tutte furono salvate, tranne quella di Lucco. Gli alleati di Venezia, in guerra coi fratelli Visconti, si affrettarono di riconoscerlo e di promettergli soccorso; il marchese d'Este gli mandò immediatamente due cento cinquanta cavalli; in fine la mattina del 20 aprile Oleggio si trovò assoluto signore di Bologna, e la rivoluzione fu compiuta385.
      I Visconti, informati della ribellione del loro luogotenente, spedirono un'armata contro di lui386; ma non ottennero d'impadronirsi di Bologna per sorpresa, nè si trovarono abbastanza forti per intraprenderne il regolare assedio; onde le loro truppe si ritirarono, dopo aver guastato il territorio bolognese387; ed altri avvenimenti, più a loro vicini, rimossero questi principi dal fare per qualche tempo nuove intraprese.
      Il maggiore de' fratelli Visconti, Matteo, non si prendeva quasi veruna cura del governo; perduto nelle dissolutezze non era circondato che da donne rapite ai loro mariti, o di fanciulle tolte ai loro genitori. Un giorno fece chiamare un assai rispettato cittadino di Milano, che aveva bella e giovane sposa, e gli ordinò sotto pena di morte di condurre egli stesso la moglie nel serraglio, ch'egli si era formato. Questo cittadino andò, piangendo, a raccontare a Barnabò Visconti l'insultante ordine che aveva ricevuto, implorando la sua protezione.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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