Ma spesse volte intraprendeva grandi cose senza essere bastantemente preparato a condurle a termine, abbandonandosi alla propria fortuna, fidandosi nel coraggio de' soldati come questi confidavano nel suo, tanto più che le sue gentili e cortesi maniere gli assicuravano l'affetto de' sudditi. Più d'una volta diede prove di sollecitudine e di leggerezza nelle cose di somma importanza; e seppe meglio uscire dalle avversità, abbandonando le sue intraprese, che opponendo loro il suo coraggio e le sue virtù389.»
Le relazioni del re Luigi coll'Italia avevano avuto principio nel 1345 in occasione delle sue controversie coi Veneziani. La morte di suo fratello Andrea, e la guerra portata nel regno di Napoli, avevano sospesa la vendetta che voleva fare contro la potente repubblica di Venezia; ma i Genovesi avendo di nuovo ravvivata la sua animosità, egli aveva nel 1353 dichiarata la guerra alla signoria di Venezia, e minacciata ogni anno l'Italia d'una formidabile invasione.
La città di Zara in Dalmazia soffriva con impazienza il giogo de' Veneziani; più volte erasi ribellata contro di loro, ed altrettante aveva chiamato in suo aiuto il re d'Ungheria. I Zaratini o abitanti di Zara, e tutti i sudditi de' Veneziani in Dalmazia ed in Croazia, trovavansi legati agli Schiavoni ed agli altri sudditi di Luigi per relazioni di lingua, di costumi, di nome e di onore nazionale. Situati lungo le coste d'un paese, dal quale sembravano violentemente staccati, ed al quale erano attaccati per sentimento, nutrivano altrettanto odio pei Veneziani quanto era l'amore che portavano agli Ungari.
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