Col trattato conchiuso tra i due popoli nel 1342 i Fiorentini dovevano essere in Pisa esenti da ogni gabella. Non pertanto i Pisani, sotto pretesto d'armare alcune galere per nettare il mare dai corsari, ordinarono in giugno del 1356, che tutte le mercanzie che entrerebbero nel loro porto pagassero un'imposta di due denari per ogni lira del loro valore456. Invano chiesero i Fiorentini che non si pregiudicasse la loro franchigia; non si volle far eccezione alla legge generale in favor loro. Questi rifiutarono di soggiacere a questa gabella, per timore che ad un'imposta da prima tenue, non tenessero dietro più gravose tasse. Altronde erano essi determinati a non essere i primi a dichiarare la guerra, tanto più che i magistrati di Pisa segretamente la desideravano, per far dimenticare le civili discordie. Tutti i mercanti e sudditi fiorentini ebbero allora ordine di terminare avanti il primo novembre i loro affari di commercio che avevano a Pisa, onde a tale epoca uscire tutti senza danni da questa città457.
D'altra parte, vergognandosi la repubblica di Siena d'aver mancato di fede ai Fiorentini nel precedente anno, trattando coll'imperatore, fece loro proporre una stretta alleanza458. Dieci nuovi magistrati, detti i dieci signori del mare, erano stati incaricati di proteggere il commercio marittimo dei Fiorentini. Questi accettarono le proposizioni de' Sienesi, e formarono il progetto di sostituire, per le merci destinate per Firenze, al porto di Pisa quello di Telamone nella Maremma sienese.
| |
Fiorentini Pisa Pisani Fiorentini Pisa Pisa Siena Fiorentini Fiorentini Sienesi Firenze Pisa Telamone Maremma
|