Vero è che la maggior parte erano cadute sotto il giogo dei tiranni; ma i Perugini che si erano costantemente conservati liberi, prosperarono in mezzo alle calamità dei loro vicini, ed erano succeduti a Bologna nel commercio e nelle ricchezze, dopo che questa città aveva, colla libertà, perduta anche la sua potenza. L'alto dominio dei papi sopra Perugia, lungi dal nuocere alla sua indipendenza, l'aveva anzi salvata dalle pretese degl'imperatori sopra le altre città libere. Intorno a questa potente città erano situati altri più deboli comuni, molti dei quali, venuti in mano di piccoli tiranni, trovavansi incapaci d'opporle una lunga resistenza quando fossero attaccati. Cortona città della Pieve, Todi, Chiusi, Assisi, Foligno e Borgo san Sepolcro dovevano successivamente cadere sotto il dominio de' Perugini, come Prato, Pistoja, Volterra, san Miniato e Colle erano cadute in potere dei Fiorentini464. Per dare esecuzione a questi progetti d'ingrandimento i Perugini attaccarono all'impensata il signore di Cortona in dicembre del 1357, sebbene fossero a lui legati con un trattato di pace fatto sotto la garanzia della repubblica fiorentina465.
I Perugini prendendo le armi, cominciarono a lagnarsi pei primi, onde giustificare la loro mala fede. A Firenze i loro ambasciatori pretesero, che il signore di Cortona aveva tentato di sorprendere alcune loro castella. I Fiorentini, senza farsi carico di questi mendicati pretesti, intimarono alla repubblica, pel suo onore e per quello del partito guelfo, di rinunciare ad una ingiusta guerra466.
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