Il raccolto non era ancora terminato, e la repubblica non aveva forze da opporre a così formidabile compagnia. Pure risolse di vietarle l'ingresso in Toscana: fece di concerto coi conti Guidi ed Ubaldini fortificare i passaggi degli Appennini; e nello stesso tempo spedì ambasciatori alla compagnia per far valere un trattato col conte Lando, in forza del quale la compagnia non doveva entrare in Toscana che passati due anni474.
Il conte Lando, che giugneva appunto allora dalla Germania, indusse gli ambasciatori fiorentini ad indicare alla compagnia una strada intorno ai confini toscani, onde attraversare le terre de' feudatarj, in mezzo agli Appennini, senza discendere nel piano fiorentino475. I condottieri per loro sicurezza in mezzo a queste montagne, ritennero come ostaggi gli ambasciatori, i quali erano stati scelti tra i più potenti cittadini della repubblica, e che avevano fatta questa convenzione senz'autorizzazione della signoria476.
Ma gli ostaggi non bastavano alla sicurezza della compagnia, se questa attraversando le montagne provocava coi furti gli abitanti; ed i soldati avventurieri erano talmente indisciplinati, che anche per l'interesse loro non seppero astenersi dal rubare. Il 24 di luglio trovandosi accampati tra Castiglione e Biforco, essi saccheggiarono questi due villaggi, i di cui abitanti erano vassalli, i primi del conte Guido di Battifolle, gli altri del conte Alberghettino degli Ubaldini. Questi alpigiani, avvezzi ad affrontare i pericoli, si concertarono per castigare i ladri che gli spogliavano.
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