Colà fu raggiunto dagli altri della compagnia, caldi di vendicarsi dei Fiorentini. Questi, con riprovevole indulgenza, non punirono gli ambasciatori, che avevano di propria autorità rivocati gli ordini della signoria, e che per salvare la loro vita avevano esposto tutto lo stato478.
La compagnia accantonata in Romagna ricevette ben tosto un rinforzo di due mila cavalli condotti da Anichino di Bongarten. Erano tutti i corazzieri tedeschi, che di comune accordo, avevano in agosto abbandonate le due armate de' Sienesi e de' Perugini per unirsi ai loro compatriotti a far vendetta insieme sui fiorentini dell'affronto che la milizia tedesca aveva ricevuto negli Appennini479; ma i Fiorentini avevano con ogni diligenza fortificato tutti i passaggi delle montagne, e provvedutili di milizie, di modo che la compagnia fu ritenuta in Romagna tutto il rimanente dell'anno, senza poter mandare ad effetto le sue minacce480.
Frattanto i Fiorentini avevano approfittato della debolezza cui trovavansi ridotti, dopo la partenza della loro cavalleria, i Sienesi ed i Perugini, onde ridurre questi due popoli a fare la pace. La signoria di Firenze essendo stata da loro riconosciuta per arbitra, dettò l'ultimo giorno di ottobre le condizioni della pace in forma di sentenza. Accordò per quattro anni ai Perugini il diritto di nominare un podestà a Cortona; sospese per cinque anni il diritto di cui avevano goduto i Sienesi di nominare il podestà di Montepulciano; e guarentì per ogni altro riguardo l'indipendenza dei due più deboli comuni contro i due più forti.
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