Ma quando perdette la speranza de' soccorsi della compagnia, fece col mezzo del signore di Bologna tasteggiare Albornoz, ed essendo stato assicurato che verrebbe generosamente trattato, si arrese il 4 luglio del 1359 senza capitolare. Si presentò da penitente in un parlamento che il legato aveva adunato a Faenza; confessò tutti i suoi torti verso la chiesa romana, e si sottomise ad espiarli colle cerimonie che gli furono prescritte, visitando certe chiese di Faenza in un determinato numero di giorni, ed egli continuò questa penitenza fino al 17 luglio. In tale giorno il cardinale Albornoz gli rese la comunione ad Imola, ed in pari tempo annullò tutte le sentenze contro di lui pronunciate dai tribunali ecclesiastici. Sua moglie Marzia, i suoi figli ed i prigionieri fatti a Cesena, furono posti in libertà, e furono a Francesco accordate per dieci anni le signorie di Forlimpopoli e di Castrocaro518. Così terminò la guerra della Romagna, e tutta questa provincia rientrò nell'ubbidienza della chiesa romana519.
CAPITOLO XLVI.
Bologna sottomessa alla Chiesa; guerra dei Visconti col papa. - Conquiste delle repubbliche sopra la nobiltà immediata. - Congiure a Firenze, a Pisa, a Bologna ed a Perugia.
1359=1361.
In tutto il tredicesimo secolo e ne' primi anni del quattordicesimo, la città di Bologna contavasi tra le più potenti repubbliche d'Italia. La sua ricchezza, il commercio, la numerosa popolazione ed il fiorente stato della sua università, la facevano rispettare dai suoi vicini, e temere dai suoi nemici.
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