Nella pace del 1358, fatta tra la lega ed i signori di Milano, Oleggio era stato riconosciuto da questi quale sovrano indipendente, onde aveva cercato di ravvicinarsi ad una famiglia cui apparteneva. Nè solo aveva fedelmente osservati i trattati coi Visconti, ma loro aveva recentemente spediti sei cento corazzieri, di cui si valsero utilmente contro il marchese di Monferrato. D'altra parte aveva l'Oleggio assecondato il legato Egidio Albornoz nella sua spedizione di Romagna, gli aveva somministrati soldati, ed in appresso erasi fatto mediatore del suo trattato coi signori di Faenza e di Forlì. Per ultimo egli aveva resi i più importanti servigi al conte Lando, che, come capo della grande compagnia, non era al certo il più debole de' suoi alleati. Aveva, dopo la rotta di Scalella, strappato questo capitano dalle mani degli Alpigiani, l'aveva fatto guarire dalle sue ferite ed ajutato ad adunare di nuovo la sua truppa. Oleggio era in pace, era alleato con tutti i suoi vicini; ma veruna fede, veruna promessa, veruna riconoscenza lega i tiranni; e quando il signore di Bologna fu improvvisamente attaccato, niuno di coloro ch'egli si era obbligato co' suoi beneficj, si mosse per soccorrerlo.
I Visconti erano riusciti in ottobre a sedurre il conte Lando, e poco dopo Anichino Bongarten, i quali con tutta la compagnia di ventura abbandonarono le insegne del marchese di Monferrato per prendere servigio sotto i signori di Milano. Quasi tutta l'armata del nemico era passata nel loro campo, dove, oltre le proprie truppe, trovavansi mille corazzieri mandati in loro ajuto dai Fiorentini e seicento dal signore di Bologna.
| |
Milano Oleggio Visconti Monferrato Oleggio Egidio Albornoz Romagna Faenza Forlì Lando Scalella Alpigiani Bologna Visconti Lando Anichino Bongarten Monferrato Milano Fiorentini Bologna
|