Pagina (241/301)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma gli si opponeva, ch'egli non aveva mai pagato il tributo convenuto in questa infeudazione, ch'egli aveva riconosciuto due anni prima i diritti dell'Oleggio, e che questi gli aveva tutti ceduti alla chiesa. Barnabò fu alla fine, a stento, condannato da' cardinali, non pochi de' quali erano a lui venduti. Vero è che la corte d'Avignone, dopo avere pronunciata questa sentenza, non pensò ai mezzi di farla eseguire. Invece di levare dal suo tesoro alcuni sussidj da mandarsi al cardinale, sollecitò l'imperatore, i principi di Germania, il re d'Ungheria, i signori di Lombardia, i comuni toscani ad armare a suo favore. Le sue proprie entrate venivano dissipate dai cortigiani, ed il legato non aveva potuto ottenere dalla camera apostolica per le spese della guerra, che centoventi mila fiorini, che furono pagati in tre rate lontane; di modo che quando gli giugnevano questi tardi sussidj, erano di già consumati531.
      Il generale de' Certosini fu l'ambasciatore mandato dal papa ai Fiorentini per ridurli ad abbracciare le sue difese. Cercò invano questo religioso di persuadere alla signoria, che verun trattato obbligava verso un tiranno, un usurpatore o un nemico della chiesa; cercò invano di far sentire ai Fiorentini i pericoli che per l'ingrandimento di Barnabò sovrastavano alla Toscana. La repubblica era determinata di osservare religiosamente gli obblighi che aveva contratti, e la sua politica andava d'accordo colla buona fede; perciocchè era ben facile il prevedere, che la chiesa abbandonerebbe ben tosto chiunque prendesse a difenderla, e lo lascerebbe sostener solo il peso che avrebbe acconsentito di dividere532.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





Oleggio Avignone Germania Ungheria Lombardia Certosini Fiorentini Fiorentini Barnabò Toscana