Una nuova armata dei Visconti, comandata da Giovanni di Bileggio, cavaliere milanese, guastò in principio dell'estate il Bolognese e gran parte della Romagna; e persuase a ribellarsi alla chiesa Francesco Ordelaffi, cui Barnabò prometteva di rendere la signoria di Forlì539. Ma quando le cose del legato parevano quasi disperate, fu salvata Bologna, e rotta l'armata dei Visconti da un raggiro del vecchio Malatesta di Rimini, che come tiranno e come Romagnolo, doveva essere tenuto maestro di perfidia: imperciocchè a tale epoca la malvagia fede degli abitanti della Romagna era in ogni parte d'Italia passata in proverbio540.
Il vecchio signore di Rimini mandò un suo fidato al generale milanese per proporgli una segreta alleanza. Doveva questo negoziatore dire a Bileggio, che il Malatesti non aveva scordata la guerra fattagli dal legato quando venne in Italia, nè la conquista d'Ancona e di Sinigaglia: che prevedeva altresì che il legato lo spoglierebbe ancora delle altre città tostocchè la guerra di Bologna avesse fine: ch'egli perciò aspettava il propizio istante per iscuotere il giogo; ma che il forte castello d'Arcangelo, che signoreggiava Rimini, e che trovavasi occupato dalle truppe della Chiesa, rendeva la sua ribellione pericolosa. Non pertanto egli aveva saputo, soggiugneva il messo, guadagnare alcuni del castello, e se mille cinquecento cavalli ghibellini si avanzassero verso Rimini per proteggerlo, più non tarderebbe a dichiararsi scopertamente: che suo fratello e suo figlio, che comandavano a Bologna le truppe della Chiesa, le caverebbero fuori sotto pretesto di soccorrere il loro paese: che gli assedianti dovevano approfittare di questo incontro per togliere ai Bolognesi ogni comunicazione colla Toscana, innalzando un ridotto sulla strada di Pianoro.
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