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      Infangati a quell'epoca mirava a dare all'Oleggio la signoria di Firenze; ma l'imprevveduta agressione de' Visconti e la necessità in cui trovossi l'Oleggio di vendere Bologna alla Chiesa, aveva sospesa questa trama. L'Infangati per procurare ai nuovi congiurati una straniera protezione, si addirizzò allo stesso Bernardolo, che, con le truppe del signore di Bologna, era passato al servigio della Chiesa. Bernardolo cercò di mettere a parte della cospirazione il legato Albornoz, come aveva interessato nell'altra il suo precedente padrone; ma il legato, che riponeva ogni sua speranza nell'amicizia de' Fiorentini, rigettò le fattegli proferte, e fece avvisare la signoria di Firenze di tenersi in guardia, poichè gli era noto che tramavasi qualche cosa contro di lei.
      Quando Bernardolo vide di non poter giovare all'impresa, scrisse egli stesso alla signoria, offrendole, mediante una ricompensa di venticinque mila fiorini, di manifestare il segreto della congiura denunciata dal legato. Tale offerta venne a notizia di Silvestro de' Medici, ch'era in allora membro di uno degli uffici superiori, ed egli ne diede parte a Bartolomeo suo fratello. Allorchè questi vide che la signoria teneva nelle mani un filo che la condurrebbe a scoprire ogni cosa, confessò al fratello che una immoderata ambizione l'aveva fatto entrare in tale congiura, e gli promise di scoprirgli il segreto, quando fosse sicuro del perdono. Niccolò del Bono e Domenico Bandini furono presi e condannati alla morte, pochi altri de' più colpevoli fuggirono, e vennero condannati come contumaci: ma la signoria, sospese la procedura, risguardò la nota de' congiurati, scritta di proprio pugno dall'Infangati, come calunniosa, onde la fece bruciare senza esaminarla, e con tale prudente dolcezza riconciliò al proprio governo una parte di coloro che le erano sembrati più contrarj562.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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