Bonifazio Lupo, che comandava quest'armata, non aveva per anco acquistata molta riputazione, in oltre non era di un rango abbastanza distinto perchè si potessero porre sotto i suoi ordini moltissimi signori ed ufficiali, che, come alleati o come soldati, seguivano le insegne della repubblica. La signoria per appagare la vanità di costoro fece venire il 16 luglio Ridolfo da Varano, signore di Camerino, cui affidò il comando575. Ma questi fece in breve vedere che non aveva nè i talenti, nè l'attività del suo predecessore576. Pure si avanzò ancor esso nel territorio nemico; saccheggiò Cascina; accampò a san Savino e diede de' giuochi presso alle stesse porte di Pisa, ove tre volte distribuì il prezzo della corsa577. Più tardi assediò il castello di Pecciola, e lo prese l'undici d'agosto578: capitolarono in seguito Montecchio, Ajatico e Tojano; la Maremma fu abbandonata al sacco, ed i Pisani, che nello stesso tempo trovavansi crudelmente tormentati dalla peste, quasi non opposero veruna resistenza a tanti guasti579.
Ma l'indisciplina delle truppe assoldate, cui Ridolfo da Varano inspirava poco rispetto, sospese i prosperi successi dell'armata fiorentina. Il conte Niccola d'Urbino con alcuni ufficiali italiani, ed i principali contestabili tedeschi chiesero che nell'occasione della presa di Pecciola l'armata ricevesse doppia paga e mese compiuto. La signoria rifiutò di dare per così piccola conquista una ricompensa riservata per le più grandi vittorie; i contestabili posero allora un cappello sulla punta d'una lancia, e fecero pubblicare nel campo un invito a tutti coloro che volevano doppia paga e mese compiuto di adunarsi intorno a quest'insegna, e vi si unirono mille cavalieri.
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