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      Il generale ricondusse quest'armata sediziosa a san Miniato per non dare al nemico lo spettacolo della sua indisciplina, e la signoria congedò tutti i soldati che avevano avuta parte nel tumulto, ma questi non si separarono, e formarono una compagnia di ventura sotto il nome di cappelletto in memoria del cappello, che loro aveva servito d'insegna, poi passarono nel territorio d'Arezzo, ove cominciarono a vivere di furti580.
      Mentre la repubblica fiorentina aveva combattuto prosperamente i Pisani per terra, si era veduta con istupore farsi a combatterli ancora sul mare. Vero è che i Pisani, dopo la grande rotta avuta alla Meloria nella guerra contro i Genovesi, avevano cessato d'essere una potenza marittima. Per lungo tempo era stato loro vietato, in forza del trattato convenuto con Genova, di aver in mare galere armate. Durante quest'intervallo avevano essi perdute le antiche loro abitudini; la gioventù aveva scelta un'altra carriera; i consigli avevano un'altra ambizione; i pescatori delle Maremme, quelli di Lerici e della Spezia avevano abbandonato il loro servigio per passare a quello de' Genovesi; le colonie di Sardegna e di Corsica, che loro somministravano tanti marinaj, erano state loro tolte. Dopo tale epoca i Pisani eransi dati alle manifatture ed all'agricoltura, avevano compiuta la conquista dello stato lucchese, e raddoppiata in tal modo l'estensione del loro territorio; ma avevano rinunciato alla navigazione ed alla gloria marittima. Questa stessa repubblica che spesso aveva armati in pochi mesi sessanta ed ottanta vascelli, non fu in istato di difendersi quando i Fiorentini assoldarono Perino581 Grimaldi582 di Genova con quattro galere ed un grande vascello; essi gli avevano inoltre dati due vascelli napolitani, e con questa piccola squadra il loro ammiraglio pose a contribuzione tutte le coste dello stato pisano583.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo VI
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1818 pagine 301

   





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