La compagnia inglese di ritorno a Pisa si riposò alcun tempo, indi si accordò di nuovo per sei mesi in servigio di questa repubblica per la somma di cento cinquanta mila fiorini. Era in allora composta di mille lance, e di due mila pedoni. Gl'Inglesi avevano i primi introdotta in Italia l'usanza di contare i cavalieri per lance. Questo nome in allora designava610 tre cavalieri, che avevano fatta tra di loro una specie d'associazione. I loro cavalli non servivano che a trasportarli colla loro pesante armatura sul campo di battaglia, ove combattevano il più delle volte a piedi. Erano coperti di cotte di maglia, fortificate sul petto da una lastra d'acciajo, i loro braccialetti, le corazze, gli stivaletti erano di ferro, portavano al fianco una forte spada ed una daga; due uomini tenevano la stessa lancia, essi l'abbassavano e l'avanzavano lentamente, serrati in falange, fortemente gridando. Ogni corazziere era seguito da uno o due paggi, quasi unicamente occupati a ripulire le loro armi, onde brillavano come specchi.
Era la prima volta che si vedevano corazzieri scendere da cavallo per combattere a piedi. Con tale pratica aggiungnevano all'impenetrabile armatura de' cavalieri, la solidità dell'infanteria, e la loro falange difficilissimamente poteva essere rotta. Gl'Inglesi sprezzavano il più rigido freddo degl'inverni d'Italia, e veruna stagione faceva loro sospendere le loro operazioni. Non mostravano minore abilità nelle sorprese e ne' colpi di mano, che valore nelle battaglie.
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