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      No, non facciamo storie grandi; vediamo semplicemente come stanno le cose. La vita è dopo tutto molto comoda per chi non sa arrischiarsi nel largo mondo. Chi esce dalla casa può smarrirsi, non ti pare? E c'è una persona che ama assai il suo cervello e il suo largo petto. C'è qualcuno che vive perché è ambizioso; ma, umile, dovrebbe morire. Costui sogna nella sua superbia di avere un compito e una strada, ma che conti tu in realtà? senza fede, senza lavoro, senza amore, carne accasciata! Il tuo spirito è soggetto al caso. Una persona è morta: e tu non credi piú. Sei una forma qualunque dell'universo che solo in questo può essere superiore: vincere l'orgogliosa abitudine, e morire. Tu ti puoi persuadere del mistero. Puoi rinunziare. Essere umile, sereno.
      L'abisso non fa orrore. Si può scivolare giú. Solo bisogna lanciarsi piú in là per non portare con sé i sassi fragorosi. Andar giú zitti. Non disturbare il freddo silenzioso dell'universo. Come l'acqua nell'acqua.
      O, o! - ma anche può essere che tu non sai sopportare un dolore, amico. Può essere, non è assolutamente certo, caro. Può anche essere che ora io ti parli soltanto per paura di morte. Ma se fosse vero che tu muori perché non sai sopportare un dolore? Perché sei incerto? Ora viene l'angoscia. La sentite? L'aria è spasimante sotto le sue grandi mani. Le nuvole serrano la luna. Sangue, nero. Silenzio. Dio!
      Dio muto e fermo sul trono.
      Non voglio! È vigliacco morire senza una certezza. Per nessuno; ma per me, per me, non posso ancora morire.


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Il mio Carso
di Scipio Slataper
pagine 103