Liebig fu il primo a fare uno studio serio sull'amaro di Welter o acido picrico che egli denominò acido carboazotico; ne determinò la composizione, le proprietà e ne studiò i sali.(17)
Braconnot,(18) chimico ed insegnante botanica a Nancy, nel 1832-33 fece agire l'acido nitrico concentrato sull'amido, e ottenne una soluzione mucilaginosa che coll'acqua dava un coagulo caseiforme; il prodotto, bianco, lavato e disseccato, "pesait exactement comme la quantité d'amidon employée". Questa materia polverulenta è descritta dall'autore in modo che assolutamente non sembra un nitroderivato; afferma, è vero, che scaldata si infiamma con facilità, ma poi ricorda che distillata in storta dava un carbone difficile da bruciare. La denominò xiloidina.
Nello stesso modo egli trattò il legnoso, le gomme, il cotone, e credette che anche queste sostanze fornissero della xiloidina. Lo zucchero di canna, la mannite e il lattosio secondo Braconnot non forniscono affatto della xiloidina.
Dalla lettura della Memoria di Braconnot non se ne può affatto dedurre che egli abbia scoperto un esplosivo; la sua xiloidina in realtà, preparata come è da lui indicato, non doveva essere un vero esplosivo. Non s'accorse nemmeno che contenesse dell'acido nitrico e fosse un composto nitrico.
Ma Liebig, col suo sguardo d'aquila, fu il primo ad accorgersi che la xiloidina di Braconnot era veramente un composto nitrico; egli preparò questa sostanza e s'avvide che col rame, coll'indaco, ecc., e l'acido solforico dava le reazioni dell'acido nitrico.
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