Comunque sia la cosa, allorquando alla Glicerina condensata a consistenza di denso sciroppo si aggiunge dell'acido nitrico concentralo, od un misto di due volumi d'acido solforico a 66 Bé ed 1 volume d'acido nitrico a 43 Bé, l'ossidazione si manifesta pronta e tumultuosa con produzione abbondante di vapori nitrosi: non ho avuto campo di occuparmi dei prodotti di questa ossidazione. Se però, invece di versare il misto acido nella Glicerina, si inverte l'operazione, avendo la precauzione di tenere gli acidi in un miscuglio frigorifico a qualche grado sotto lo zero, la cosa procede altrimenti: la Glicerina giunta in contatto degli acidi vi si scioglie; la soluzione vien resa più facile dall'agitazione del vaso che contiene gli acidi. Quando la soluzione è operata si versa prontamente il liquido entro acqua distillata alla temperatura ordinaria: immediatamente si precipita in fondo del vaso una quantità considerevole di gocciole liquide, le quali si riuniscono insieme e formano uno strato, che col riposo compiutamente si isola dall'acqua. Quelle gocciole costituiscono il corpo nuovo di cui descriverò ora le proprietà, e che chiamerò Piroglicerina.
La Piroglicerina essendo più densa dell'acqua si può facilmente lavare, quindi si ottiene facilmente esente dagli acidi mercè i quali essa si produsse: essa, finchè trovasi nell'acqua, non prende che difficilmente e coll'aiuto di un moderato calore la limpidità, ma diventa limpida quando separata quanto più puossi meccanicamente dall'acqua in cui si è precipitata, si pone nel vuoto della macchina pneumatica sopra l'acido solforico: a misura che l'acqua si evapora essa prende l'aspetto di un olio limpidissimo che rifrange assai potentemente la luce, il cui colore è sempre leggermente volto al giallo.
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