Questi tentativi sono talmente pericolosi che miglior consiglio è il non farli. Quando si voglia riconoscere la proprietà di detuonare di cui gode la Piroglicerina, si potrà operare così: una gocciolina di essa si porrà in un vetro da orologio, quindi scaldata una lastra di platino al calor rosso nascente, si toccherà la gocciolina: la detuonazione farà che il vetro anderà in pezzi: ma il vaso essendo aperto non ne risulterà danno per l'operatore.
Il sapore di questa sostanza è dolcigno, aromatico, pungente, l'esplorazione di questa qualità non è tuttavia da tentarsi che con grandi precauzioni: basta il tenere una gocciolina di Piroglicerina sulla lingua, senza inghiottirla, perchè si provi tosto un violento dolore di capo, quale è quello di una forte emicrania, accompagnato da pulsazioni interne assai penose; nello stesso tempo provasi debolezza alle estremità inferiori. Questo effetto sentii io più volte, ed il provarono il signor prof. Valerico Cauda preparatore della mia scuola, ed altre persone che tentarono l'esperimento.
Questa sua violenta azione sull'animale economia venne confermata sugli animali. Un cagnolino da latte inghiottì qualche centigramma di Piroglicerina: poco dopo la sua bocca si riempiè di schiuma; sopravvenne il vomito, che certamente eliminò una parte della sostanza propinata. Dopo 7 od 8 minuti l'animale cadde rovescio sul dorso e quasi spirante. Gli si diede un misto d'acqua ed olio, gli si pose ammoniaca sotto le narici: l'animale sembrò destarsi; le estremità erano convulse; le forze ritornarono, ma l'animale non resse che due ore incirca all'azione venefica della Piroglicerina, durante il qual tempo gemette senza interruzione spingendosi contro le pareti della camera, quasi indicasse essere nel capo la sede del dolore.
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