Quando questo miscuglio è raffreddato vi si versa dentro 1/6 circa del suo volume di glicerina sciroppata. Nei primi tentativi fatti per ricercare in qual modo si comportasse col misto nitro solforico, mi era sembrato necessario operare il miscuglio della glicerina col detto misto ad una temperatura inferiore a quella del ghiaccio fondente. Sono ora convinto che questa precauzione, che era diretta ad impedire la reazione di ossidazione, che l'acido nitrico facilmente esercita sulla glicerina, non è necessaria, riuscendo ugualmente bene l'operazione quando si operi alla temperatura ordinaria, colla sola avvertenza di agitare continuamente il misto acido mentre vi si infonde la glicerina. Appena la glicerina viene in contatto dei due acidi, vi si discioglie: poco dopo, il liquido si mostra torbido: una numerosa quantità di goccioline trasparenti ed alquanto gialle viene a raccogliersi alla superficie del medesimo e vi forma uno strato trasparente: si versa il tutto in 15 a 20 volte il suo volume d'acqua fredda: la piroglicerina si separa immediatamente e precipita in fondo del vaso. Si lascia che tutta la sostanza siasi raccolta. Si decanta l'acqua acida, a cui se ne sostituisce della nuova per esportare gli acidi liberi: questa operazione si ripete finchè nelle acque di lavatura scompajono i segni di acidità: a questo punto si pone la piroglicerina in una capsula, e si essicca sotto la campana della macchina pneumatica.
La piroglicerina ha 1,60 di densità: non ha odore, ha un colore leggiermente giallo: che però non sembra dipendere che da qualche materiale straniero contenuto nella glicerina, che raramente si ottiene pura se in quantità assai ragguardevole.
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