Un'ultima osservazione. Nel fissare l'epoca della scoperta della nitroglicerina nel 1845 o nel 1846 si aggiunse che io era allora allievo e collaboratore del Prof. PELOUZE di Parigi. Io mi glorio di essere stato allievo e collaboratore di quel sommo Chimico di Parigi, dall'ottobre 1840 fino all'aprile 1843. La riconoscenza che ho per lui, sarà in me eterna, come eterno sarà il rammarico della sua perdita: ma io aveva già lasciato il suo laboratorio fin dall'aprile 1843, e nel 1847 io era già da due anni insegnante la chimica applicata alle arti nelle Scuole tecniche di questa città, sotto la direzione del Ministero dell'Interno. La nitroglicerina è pertanto frutto di lavoro esclusivamente italiano, e di opera assidua di chi, se nella sua carriera di studi e lavori non ha potuto molto contribuire ai progressi della scienza, ha tuttavia la coscienza d'aver fatto quanto ha potuto per questo nobile scopo, e crede aver ragione di reclamare e pel suo paese e per se stesso il merito di una scoperta, il cui valore da ciò solo si potrebbe argomentare che altri in tutto od in parte amerebbe potersela attribuire.
Terminando questo cenno dirò schiettamente che ripensando alle vittime che la nitroglicerina ha fatte colle sue esplosioni, ed ai tremendi danni che ne derivarono e ne deriveranno ancora, quasi mi vergogno d'aver scritte queste parole di rivendicazione della sua scoperta; e solo mi conforto pensando: 1o che nella necessaria concatenazione dei lavori di chimiche indagini, la nitroglicerina si sarebbe pur tosto o tardi rinvenuta, se non da me, da altri Chimici che avrebbero percorsa la via segnata dallo SCHÖNBEIN: 2o che i lavori presenti e futuri, diretti all'utile impiego di un corpo così violento e pericoloso, giungeranno a farlo più docile ai voleri dell'uomo, sicchè tutti gli utili rimangano della scoperta, scevri da quelle tristi conseguenze che finora tratto tratto si dovettero lamentare.
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