Della Mannite nitrica o Nitromannite.
Nel medesimo anno 1847, in cui con una specie di impazienza febbrile i Chimici si adoperarono nel cercare i composti nitrici delle materie organiche, io ottenni la mannite nitrica, e ne tenni parola in questo Consesso nella Memoria succitata del 5 luglio. In quel torno i signori FLORES-DOMONTE e MÉNARD erano intenti al medesimo ordine di ricerche, e prima di me facevano cenno del medesimo prodotto, la nitromannite, alla Accademia delle Scienze di Parigi nella seduta dell'8 marzo. Contemporaneo probabilmente dei due citati Chimici, debbo ad essi cedere il posto per la scoperta di questo corpo, che io tuttavia ricordo aver già conosciuto e preparato quando essi fecero la loro comunicazione all'Accademia succitata.
Se non che lo studio di questo nuovo prodotto fu in quell'epoca da me diretto ad una applicazione della quale solo io feci un breve cenno in una lettera che io dirigeva in quell'anno stesso all'ottimo mio Maestro il Prof. PELOUZE, il quale si compiacque di farne parola all'Accademia Francese nella seduta del 19 luglio dell'anno medesimo. Io mi permetterò ora di dire brevemente di ciò che per me fu fatto su questo argomento, benchè all'intento l'esito non corrispondesse così pienamente siccome io mi aveva dapprincipio immaginato, e desiderato.
La mannite nitrica, a differenza dei molti altri prodotti nitrici dei corpi organici, si ottiene facilmente in cristalli, che, fragili, si possono ridurre in polvere, ed umettati con un liquido conveniente si prestano all'impastamento, ed alla granulazione.
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