Nel mio laboratorio posseggo ancora al presente piccole dosi di mannite nitrica preparata nel 1847; essa si è conservata senza alterazione; ma fu più volte purificata colla cristallizzazione; e d'altronde chi sa che un giorno o l'altro non venga essa pure ad alterarsi.
Pertanto anche per questo lato la nitromannite deve annoverarsi tra i corpi pericolosi, tutto che il sia meno che la nitroglicerina. Le esperienze sopracitate dimostrarono che essa può servire per l'innescamento delle armi a percussione, ma che la sua efficacia può scemare e distruggersi per ispontanea alterazione: che infine nei magazzini la sua conservazione non sarebbe sicura. L'importanza dell'applicazione da me tentata e riuscita, la quale nel 1847 appariva rilevantissima, è d'altronde al presente quasi interamente scomparsa, giacchè una rivoluzione radicale si è fatta nelle armi portatili, coll'adozione del sistema a retrocarica, nel quale vuolsi ancora l'impiego di una materia fulminante, ma più facile ad esplodere che la nitromannite, dovendo l'accensione prodursi dal fregamento di un ago che attraversi la cartuccia.
Della cellulosa nitrica o pirossilina.
Dopo i lavori di SCHÖNBEIN, di PELOUZE e MAURAY, di BÉCHAMP, di MARTIN, di DE-LENK, di ABEL e di molti altri Chimici che trattarono di questo corpo, e ne studiarono le proprietà, e la composizione, non pare si possa più porre in dubbio, che nella sua produzione, per sostituzione degli elementi dell'acido nitrico anidro a quelli dell'acqua, o come altri reputa degli elementi dell'acido iponitrico all'idrogeno della cellulosa, non si generi sempre e costantemente il medesimo corpo, e la metamorfosi della cellulosa in un composto nitrico possa farsi più o meno completa; così il BÉCHAMP e con esso il MARTIN, ammetterebbero la cellulosa quintinitrica e la quadri-, tri- e binitrica, nelle quali un doppio equivalente di cellulosa perdendo 5, 4, 3, 2 equivalenti d'acqua, acquisterebbe altrettanti equivalenti d'acido nitrico anidro.
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