Quanto al cianogeno, io posso dire che sempre riconobbi l'odore di mandorle amare nei prodotti dell'esplosione di cui si tratta: che poi operando anche solo su alcuni grammi di cotone nitrico in apparecchio convenientemente disposto, e raccogliendo i prodotti solubili generati, vi potei non solo precipitare con nitrato d'argento il cianogeno in cianuro d'argento, ma potei ancora da questo ottenere quantità notevoli di azzurro di Berlino. E notisi che questi risultamenti io li ebbi non una, ma molte e molte volte, con cellulose nitriche di varie preparazioni. La produzione di composti ossigenati dell'azoto, venne pure da me osservata, nello sparo di armi da fuoco portatili, cariche di cotone-polvere. L'arma dopo un certo numero di spari, si mostrò corrosa nel suo interno, e meno atta al servizio della caccia. Queste osservazioni danno ragione di ciò che avvenne nel 1864, al Moncenisio, allorchè si volle sostituire la cellulosa nitrica alla polvere da mina o da guerra. Quando infatti, avvenuta l'esplosione, l'atmosfera dei gas prodotti venne là dove si erano riparati i minatori, questi ne provarono tutti gravissimo disagio, e parecchi furono in pericolo di asfissia. Si fu in quel torno, e dopo l'avvenimento, che io ebbi dal nostro Collega Generale MENABREA, in allora Ministro dei Lavori pubblici, l'incarico di esaminare la questione, e svelare la cagione del danno sofferto dai minatori; e le indagini eseguite sopra la materia delle cartucce di cellulosa nitrica, che appunto avean prodotti gli effetti suindicati, mi fecero conoscere che ai prodotti velenosi ed infesti, già da me altre volte osservati, dovevasi il fatto ascrivere.
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