L'olivile fu soggetto di studio del Sobrero nel 1843, il quale dopo numerose analisi giunse alla formola C28H18O10 ossia coi pesi atomici moderni C14H18O5; formola questa che fu però segnata dal Gerhardt nel suo Traité de Chim. org., IV, p. 314. con un (?).
L'olivile per distillazione secca fornì al Sobrero un liquido oleoso che denominò acido pirolivilico.
La formola dell'olivile data dal Sobrero è quella ammessa sino in questi ultimi anni come si può scorgere nei vari trattati di chimica organica (es.: Roscoe e Schorlemmer, Org. Chem., II, p. 958; Beilstein, Org. Chem., ecc.).
Con questo lavoro il Sobrero si imbattè, come potrebbe dirsi, in un osso molto duro, perchè l'olivile è una delle sostanze più difficili da purificare, da analizzare e da trasformare, al punto che ancora oggi resiste agli sforzi dei chimici. E ciò dipende essenzialmente dal fatto, come osservò giustamente Körner, che l'olivile tende a combinarsi coi solventi: alcol, etere, ecc. Il Körner studiando l'olivile di Sobrero ha stabilito come molto probabile la formola C20H24O7 (fusibile 147°,7), (Rendic. R. Istituto Lomb. (II), vol. XV, p. 654, e Atti R. Accad. dei Lincei, 1903, XII, I, p. 122, e Chem. Zentralb., 1903, I, p. 920).
Sobrero non fu sempre molto fortunato nelle analisi organiche che pure a certi giovani sembrano tanto facili. Ma quando si debbono analizzare delle sostanze affatto ignote, prodotti naturali molto resistenti ecc., quali la cinconina, la morfina, l'olivile ecc., allora si scorge la vera abilità analitica, come quella di Laurent e Gerhardt che tante formole hanno corretto.
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