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      Lasciato infatti in vaso aperto il liquido giallo, perde gradatamente del suo cloro, e precipita abbondanti cristalli di protocloruro di piombo, convertendosi finalmente in una semplice soluzione di cloruro di sodio, e di poco del protocloruro accennato. Il doppio sale non è stabile che in presenza di cloro libero, oppure se contenuto in vaso perfettamente chiuso. Questa instabilità non osta tuttavia a che esso debba considerarsi come un composto definito: molti esempi ci offre la chimica di sì fatte combinazioni precarie, quali sono l'idrato di cloro, l'acqua ossigenata e simili, la cui instabilità per dir vero non è però da equipararsi a quella del nostro doppio cloruro.
      Per istituire un'analisi da cui potesse risultare il rapporto tra il cloro, il piombo, ed il metallo alcalino del cloruro impiegato, abbiamo creduto conveniente di procurarci un liquido in cui una quantità qualunque di cloruro alcalino si trovasse convertita interamente nel supposto doppio cloruro. Tra i cloruri alcalini abbiamo scelto il cloruro di sodio. Fatta pertanto di esso una soluzione satura a freddo, l'abbiamo introdotta in un pallone a collo stretto, vi aggiungemmo del cloruro di piombo purissimo ridotto in polvere, quindi abbiamo per essa fatto passare una corrente continuata di gaz cloro lavato. Durante l'operazione abbiamo agitato sovente il pallone per favorire lo scioglimento del cloruro di piombo: la prima porzione di questo essendosi sciolta, ne aggiungemmo una seconda ed una terza, e così via via, sinchè fummo accorti che il liquido nè più assorbiva cloro, nè ulteriormente scioglieva cloruro di piombo.


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Memorie scelte
di Ascanio Sobrero
Utet Torino
1914 pagine 184