A questo punto abbiamo sospesa l'operazione, ed abbiamo introdotto il liquido limpido e fortemente colorato in giallo in bottigliette chiuse esattamente con turacciolo smerigliato. Egli è chiaro, che operando su d'una soluzione così preparata, il grado di clorurazione del piombo dovea dedursi dalle quantità che vi si sarebbero rinvenute di piombo, cloro e sodio, dovendo essere combinato col piombo quel tanto di cloro che si sarebbe trovato oltre il bisognevole per convertire tutto il sodio in cloruro. - Il procedimento analitico da noi seguito è semplice e facile ad eseguirsi. Esso consiste nel determinare: 1o il piombo col mezzo dell'idrosolfato d'ammoniaca, convertendo quindi il solfuro in solfato; 2o il cloro col mezzo del nitrato d'argento, decomponendo però dapprima l'eccesso di idrosolfato d'ammoniaca col mezzo dell'acido nitrico; 3o il sodio allo stato di solfato di soda, dopo avere separato l'eccedente argento col mezzo dell'acido idroclorico. Non è a dirsi, che trattandosi soltanto di conoscere dei rapporti abbiamo prese misure arbitrarie del liquido da analizzarsi.
Ecco i risultamenti di due analisi:
1a
2aSolfato di piombo
0,119
0,177
Cloruro d'argento
0,714
1,091
Solfato di soda
0,263
0,373
Donde si ricavano i seguenti rapporti tra il piombo, il cloro ed il sodio:
PiomboCloro
Sodio
1a
0,0816
0,1764
0,0848
2a
0,1209
0,2695
0,1208
Traducendo questi numeri in equivalenti si hanno le seguenti composizioni:
Esperienza 1a
2aEquiv.
CalcoloPiombo
1294
1294
1
1294
Cloro
2797
2884
6 1/2
2879
Sodio
1345
1292
4 1/2
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