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      Oh! toccasse a noi la lor sorte!
      Insomma d'idea in idea, di fantasticaggine in fantasticaggine, chi sa dove sarei andato a cascare, se, più macchinalmente che altro, non mi fossi ritrovato sulla piazzetta, dove era la mia abitazione - Eccolo - Gridò una voce ben nota, appena spuntai dall'angolo della via.
      - Eccolo! - Ripresero altre voci;
      I miei due amici, a cui se ne erano aggiunti altri due, avevan fatto un capannello davanti al mio uscio e mi avvidi alla prima che mi aspettavano.
      - Abbiamo creduto bene di venir tutti da te; così domani saremo sicuri di svegliarci e non recheremo disturbo ai nostri padroni di casa...
      - Lo recherete al mio - Interruppi....
      - Non importa; già ora siamo liberi; abbasso i padroni...
      - Specialmente quelli di casa, che se si tarda a pagarli, diventano peggio di jene.
      - Su.. su; gridarono tutti.
      - Su! - Gridai anche io, facendo di necessità virtù; che oramai o girellare tutta la notte, o portare in casa mia quell'indiavolati.
      S'immagini il lettore, che cosa divenisse in pochi minuti quella camera; tutti fumavano come cammini, ed io in un cantuccio davo fuoco a certi appunti, coi quali sera per sera confidavo alla carta le impressioni provate durante il corso della giornata. Il mio letto era piccolo per uno solo e in lunghezza non avea niente da invidiare al celebre di Procuste; cotesta sera ci entrarono in quattro, e non potendo dormire, come è più che naturale, cominciarono a tirarsi spinte e pedate tra loro, facendo un baccano da mettere in sussulto il vicinato: ora uno stivale colpiva negli stinchi qualcuno, provocando certi moccoli da fare arrossire un vetturino; ora si sentiva un'urlaccio, che traeva l'origine da un gentil pizzicotto; ora un guanciale cadeva, a mo' di bomba, sul tavolino, rovesciando il calamaio sul tappeto, che, se non era Turco, non era meno diletto al padrone di casa che ci passava davanti intiere mezz'ore in ammirazione; ed ad accrescere il diavoleto, risate omeriche, grida incomposte, esclamazioni più o meno frizzanti, ma non certamente autorizzate dal Galateo di Monsignor della Casa.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Procuste Turco Galateo Monsignor Casa