- E che abbiamo da fare?
- Va tu, che sai alla meglio bestemmiare un po' di francese, scongiura quella gente a prendere una decisione; lo vedi meglio di me, qui, se non si schizza tutti in domo Petri è un vero miracolo.
Con quale animo andassi, se lo può di leggieri immaginare il lettore; chi ben comincia è alla metà dell'opera, dicevano i nostri nonni che non era baggei, e cominciare peggio di noi, credo, sarebbe stata cosa impossibile.
Mi feci annunziare al cancelliere, e poco dopo venivo introdotto.
Il cancelliere era un bel giovinetto; aveva una fisonomia distinta ed aristocratica e mi accolse con tutta l'educazione possibile; pure sin da bel principio mi avvidi, che la mia presenza gli riusciva incresciosa più di quella di un creditore, e rimasi convinto che la camicia rossa non era di certo una delle simpatie più sentite di quell'impiegato. Difatti il nuovo governo della Repubblica Francese aveva lasciato al suo posto tutti i vecchi funzionari, i quali in quel bailamme non sapendo a qual Santo votarsi cercavano di restare in bilico, come meglio sapevano, fermi però nella idea di non compromettersi; mettetete anche un po' d'affezzione alla dinastia che aveva loro dato quel posto.... eppoi ditemi se questa trascuraggine del governo repubblicano non ha dicerto influito a che fosse sì scarso il numero degli Italiani, che mossi da un'idea generosa, hanno pugnato e gloriosamente pugnato sui campi di Francia.
- Capisco digià, perché viene. - Mi disse pel primo e facendomi segno di sedere, il cancelliere - Con mio gran rincrescimento: però, sono obbligato di dirle che non possiamo far niente per loro.
| |
Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
|
|
Petri Repubblica Francese Santo Italiani Francia
|