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Quello che sentivo era Vangelo!... se certi comitati avessero agito un poco più sul serio, non si avrebbe avuto a deplorare tanti scangei, certa gente non avrebbe gongolato e nell'armata dei Vosgi avremmo avuto più soldati e più buoni.
- E dunque, cosa facciamo? - Ripeterono tutti guardandosi.
A tale interrogazione mi cascaron le braccia; anche qui dunque non si sapeva a qual gancio attaccarsi, anche qui si passava il tempo, cullandosi tra le illusioni e le ipotesi, come nel nostro modesto cerchio di amici.
Dopo essere stati un poco in silenzio, entrò quasi di corsa, nella stanza un tale che già si era accomodato a fare da ordinanza al Colonnello; proferì sommessamente alcune parole al padrone: questi ci parve soddisfatto ed infatti poco dopo con tuono brioso ci disse: Signori, domani arriva il Var, chi è buono di salirci, va in Francia.. Confido nella vostra accortezza e nel vostro coraggio... Io tento di salire pel primo... A domani!
Non dormimmo in tutta la notte e appena fu giorno, andammo al porto e prendemmo una barca. Un forte libeccio aveva cominciato a soffiare; il mare era agitatissimo ed i cavalloni sbalzavano di qua di là, di sotto di sopra la nostra barchetta, spruzzandoci più o meno impetuosamente il volto, e procurandoci quel malessere interno che è il primo principio del mal di mare..
- Oggi me li guadagno - Ci diceva il barcaiolo. - E vogliono girar molto tempo!
- Fino a che non arriva il vapore!
- E un casca un cencio... Se arriverà a mezzogiorno... O che anche loro vogliono andare in Francia?
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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