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      Tra questa gente io vidi di nuovo i due scialli... Ma dunque, non ci abbonderanno più queste donne?
      I volontari erano stati ammassati, pigiati in una stanzuccia; una guardia, con un coraggio da eroe, distribuiva ogni tanto qualche pedata a chi più susurrone e più curioso degli altri si azzardava a rivolgere qualche interrogazione. È un fatto: la polizia degli antichi sovranucci, che i monarchici d'oggi gabellano per tiranni e per despoti, non hanno mai usato dei modi schifosi che usano i questurini del nostro beatissimo regno: quando uno capita per caso tra le loro mani, può attaccare un voto, se per lo meno non ci lascia una costola, chè questa gente è molto feroce... quando l'individuo è in ceppi e puzza un tantino di repubblicano!... Chiuder gli occhi sui gallinai, fare il manutengolo ai ladri è permesso, ma lasciare in santa pace un soggetto pericoloso, un uomo che sbraita sempre perchè vuole esser riconosciuto per uomo... oh! questo è troppo! E il paterno governo, simile al giusto Dio che fa cader la grandine e i fulmini sul campo dei peccatori, deve aggravar la mano su coloro che hanno le sfacciataggine di urlare quando tutti dormono: i galantuomini non devono essere svegliati... lo impedisce anche il regolamento di Pulizia! Coroniamoci adunque di elleboro, sorbiamo il papavero che giorno per giorno ci ammanniscono i giornali governativi e, dacchè non abbiamo il coraggio di fare, abbiamo almeno il buon senso di darci ad un sonno profondo.
      Un vecchietto, con li occhiali d'oro più giù che a metà del naso, rincantucciato in uno sgabbiolo di legno che faceva le veci di scrittoio, via via che si passava ci chiedeva il nostro nome, quello dei nostri parenti, il nostro domicilio e la nostra, professione.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





Dio Pulizia