Perchè invece di una severità che non dà alcun resultato, non si cerca di ricondurre sulla buona via quello, che ne è lontano, a forza di cure amorevoli? Quando si è messo il colpevole nell'impossibilità di nuocere alla società, a che prò aggravare la mano sopra di lui, e incessantemente torturarlo?... Io fò una scommessa; se domani un domatore di fiere uccidesse così per ghiribizzo un leone che ha in gabbia, o si divertisse a martoriarlo a colpi di spillo, i filantropi non la farebbero più finita colle loro proteste: i giornali partoribbero articoli sopra articoli e se ne farebbe quasi quasi una questione di Stato. Qui invece abbiamo degli uomini che sentono, amano, che hanno peccato per inesperienza, per fatalità, ma che per ora non possono tornare a peccare: una delle due... o questi uomini si credono capaci di ravvedimento, o no: in questo ultimo caso uccideteli: nel primo cercate d'istruirli, fate loro conoscere quanto sia migliore la strada della virtù da quella del vizio, educateli col lavoro, metteteli in un'isola incolta e provvedete che quest'isola affidata alle loro mani, addivenga ridente, ubertosa... fate loro conoscere l'agiatezza, la calma, la soddisfazione del buono operaio, eppoi restituiteli alla società, che potrà a ben diritto vantarsi di avere acquistato dei buoni cittadini in quelli che fin ora non eran che rei!... Anche per legge fisica quanta più è la repressione, tanta maggiore è la reazione.
Chiedo scusa ai lettori di aver loro fatto ingozzare questa tirata, che a qualcuno farà l'effetto del cavolo in una merenda; d'altronde qui si parla di una carcere, qual migliore occasione per spifferare le riflessioni che si son covate in quella solitudine e in contatto di quei disgraziati?
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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Stato
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