.. eh! via dunque, venite con me, e vi farete onore, il vecchio Mago ha veduto troppe volte da vicino la morte, perché vi possa far fare una figuraccia indecente.
- Evviva il Mago! - Gridarono tutti e tutti picchiarono il bicchiere tra loro.
Dopo aver discorso un'altra buona mezz'ora, dopo aver domandato tutto il domandabile al brav'uomo che aveva già veduto i Prussiani, ci congedammo da quell'allegra compagnia e ci avviammo all'albergo.
- Ma se ci mandassero con Frapolli! - Esclamò uno di noi per la strada.
- Che... Parleremo ben chiaro al Comitato, noi intendiamo di batterci e non di fare il framassone a cento miglia dal teatro della guerra.
- E però va specificato - ci disse uno che per buona fortuna era venuto dalla taverna con noi - Perché quei signori che spediscono sono tutti una zuppa e un pan molle con quelli arfasatti e se voi state zitti, vi trovate di certo mistificati.
Noi ringraziammo il gentile consigliero e ci addormentammo decisi di raggiungere tra poche ore il generale, e l'Armata dei Vosgi.
CAPITOLO VI.
Il giorno seguente, appena fu un'ora da persone educate, andammo dal Comitato. Dopo molta anticamera, chè anche nella democrazia quando si comincia a salire si assume tutte le belle e gentili maniere le quali distinguono l'aristocrazia, fummo introdotti in quel sinedrio di senno e di patriottismo, e ci trovammo davanti al presidente Panni, un omaccino tarchiato colla barba lunga, nato a Firenze ma domiciliato da vario tempo a causa di affari a Marsiglia. Tanto lui come il segretario Lalli, si davano tutto il tuono di persone importanti, ci squadravano dall'alto in basso con una prosopopea da commissarii di polizia, e parlavano della guerra colla medesima autorità, che avrebbero adoperato se fossero stati generali d'armata o per lo meno, capi di stato maggiore.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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