La nostra, escursione si prolungò per più di due ore; il momento; della partenza si avvicinava a gran passi; era mestieri dirci addio.
Riaccompagnammo a casa le donne.
- Vi prometto di raggiungervi - Mi disse Aissa, stringendomi forte forte la mano.
Io la guardai e sorrisi: non credevo punto al coraggio di quell'eroina... Col tempo però come vedranno i lettori, fui completamente disingannato; e solo per tal causa ho riportato questo episodio della nostra breve dimora a Marsiglia: episodio che sarebbe stato proprio un di più, se non fosse collegato con altri che si svolgeranno a Digione...
- Bisogna pagare il conto - Disse un di noi.
Oh! la crudele parola!.. Oh! la bruttissima prosa dopo tante ore di non interrotta poesia!.. Ci guardammo in faccia l'uno l'altro! Che una donna gravida non vegga mai, per l'amore dei suoi futuri nati, delle fisonomie come avevano in quel momento, i miei compagni... Le nostre risorse erano tanto limitate, che se noi ne fossimo usciti puliti, ci era di che attaccare un voto.
Il conto era di 102 franchi: tra tutti ne avevamo 104: se ci fossimo trattenuti un'ora di più si restava in pegno a Marsiglia! E la bella prospettiva che avevamo davanti: intraprendere un viaggio di due giorni con due franchi in saccoccia... o negatemi che in Francia il divertirsi non costi salato!
Baci, saluti strette di mano, e poi di galoppo al Comitato.
- E se non si partisse... che facciamo senza quattrini?
- Ma! - Preferì filosoficamente il Materassi, e noi a nostra volta ripetemmo la filosofica esclamazione.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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