Lo dimanderemo al capo stazione.
- Al capo stazione!... - Si ripetè tutti meravigliati - Per vedere di queste cose bisognava venir proprio in Francia! E in Italia che dicevamo nel 1867 di aver raggiunto l'apice della confusione! Un innocentissimo capo stazione ridotto lì per lì a capo di stato maggiore per provvedere al movimento dei corpi che son di passaggio, ci riesciva proprio nuova di zecca!
E qui al solito tutti i discorsi di convenzione che si ripetono in tutte le campagne.
- E se il capo stazione ci tradisse?
- E se fosse una spia dei Prussiani?
- O anche che non ne sappia nulla sarà un bel lavoro!
- Ma chi è quest'imbecille di tenente che non prende nemmeno ordini?
- Ve lo diceva che era anche lui della cricca!
- Già... e ora cerca tutti i mezzi per farci restar con Frapolli.
- Abbasso Frapolli!
- Abbasso il tenente!
E qualcuno gridò anche: Abbasso il capo stazione!... Povero uomo!... come ci apparve impappinato quando si vide fatto segno di quel fuoco di fila d'interrogazioni, alla maggior parte delle quali non sapeva cosa rispondere!
- Li assicuro che Garibaldi è a Digione - Badava a protestare.
- Allora a Digione! - Gridammo tutti.
- A Digione - Ripetè, come eco, il duce nostro!
- Ma non so - Riprese il capo stazione - no so, se ci potranno arrivare, se le linee saranno libere... tante volte i Prussiani... sono così accidentati quei soldatacci di Bismark!
- Eh! non importa... noi si va.
- Faccian loro!
- Arrivederlo e stia bene! - E tutti via di corsa in un treno che era lì pronto.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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