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      I Franchi Tiratori ci offrivano l'esattissima riproduzione dei volontari Italiani del 1860 e del 1866; tra loro spiccavano delle distintissime fisonomie: tra loro figurava in mezzo ai figli della montagna l'artista, in mezzo all'uomo del lavoro abbronzato dal fumo dell'officine, il generoso milionaro abbronzato dal sole: tutti erano rappresentati in quelle file, che lo spirito potente dell'amore di libertà affratella nel momento supremo, in cui questa libertà versa in pericolo, coloro che sentono rispondere generosamente il loro cuore all'appello dei santi principii, che saranno il Vangelo dell'Umanità.
      Una tal vista rallegrò i nostri spiriti: il sonno si era dileguato, si era dileguato lo strapazzo, si era dileguata la fame. O divini entusiasmi di colui che affronta la morte per un'idea generosa, perché siete svaniti, e così presto svaniti?.. Siamo forse diventati vecchi in due mesi?.. Le nostre fibre non si commuovono forse tuttora alla corrente magnetica, che infonde le voce del dovere, della patria, della società conculcata? Chi sa.... L'atonia in cui viviamo ci ripiomba in uno scetticismo che voglio credere temporaneo... Tornino i giorni felici, torni il santo momento di una rivoluzione, e scettici o no, ci troveremo al nostro posto! Utilizzare la vita a prò di chi langue: ecco quale deve essere in tanta tristezza di tempi, il programma per chi ha cuore e coscienza.
      Andammo alla Mairie e volendo render meno dura che fosse possibile la situazione, che ci si preparava, approfittandoci dei nosti abiti cittadineschi, demmo a bere all'impiegato che eravamo ufficiali, e ci fu sul tamburo steso un biglietto d'alloggio per uno dei primari palazzi di Digione, nientemeno che il palazzo de Beverant.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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