Qui fummo accolti gentilissimamente da una vecchia signora, che ci condusse in un magnifico appartamento e c'insegnò uno stanzino tutto pieno di legna, dicendoci che con quel freddo ci avrebbero fatto assai comodo! Eppoi la simpatica vecchia si intrattenne con noi in amichevole conversazione; la ci disse le cose le più gentili, ci salutò come gli angioli salvatori di quel disgraziato paese... E i nostri buoni governanti d'Italia che ci riguardavano come diavoli, ed i malvoni che ci tenevano a rispettosa. distanza, che ci gabellavano per scavezzacolli, per beceri, per intrattabili?.. Proprio il caso da dire nemo propheta in patria, e se i benigni nostri avversarii avessero udito le gentili proteste a nostro riguardo indirizzateci da quella donna, appartenente alla più pura aristocrazia della Francia, scommetto la testa che alla lor volta sarebbero divenuti frementi.
L'ospite nostra ci ragguagliò su certe prodezze che avevano commesso i soldati di re Guglielmo nella prima occupazione della città; il comando generale gliene aveva messi in palazzo cinquantasei: e tutti spadroneggiavano peggio che se fossero in una caserma; accendevano il fuoco e facevano da cucina nelle magnifiche camere; avevan ridotto il giardino a maneggio per i cavalli: pretendevano le legna, e qualche giorno persino il vino e la carne. L'amor nazionale avrà forse fatto esagerare un poco quella signora, ma è un fatto che molti tra i soldati della grazia di Dio ne fecero di quelle di pelle di becco, a detta di tutti; tutti però concordavano nell'affermare, che questa gente, la quale dicerto non era stata restia nel far pompa di prepotenza verso il popolo inerme, era rispettosissima, educatissima verso il sesso gentile.
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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato 1871
pagine 297 |
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