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      Frapolli vi tradisce, Frapolli è un'inviato del Governo Italiano, che tenta di seminare la zizzania nel campo degli eroi delle libertà - Tale era a un dipresso il sunto dello scritto di Canzio. Un fulmine e questa lettera potevano produrre il medesimo effetto. I volontarii si ragunarono tumultuosamente: siamo traditi: abbasso i traditori: viva Garibaldi vogliamo partire... ecco le grida che sorgevano da tutti quei petti, ecco le convinzioni che tutti quei giovani esprimevano proprio all'unisono: invano gli ufficiali con preghiere, con moine, con minaccie pretendono di far rientrare in caserma i sottoposti e di ridurli a dovere; invano si rammenta loro la causa che sostengono e che può esser compromessa con moti intempestivi e con deliberazioni inprovvise: oramai tutti son rimasti troppo scottati dalle buone parole, oramai tutti son stanchi di lasciarsi abbindolare di più; gli ufficiali sono obbligati ad andarsene scorbacchiati e confusi; nè potevano quei bravi avanzi delle guerre della libertà disapprovare in cuor loro l'impazienza generosa di quei bravi ragazzi: difatti la maggior parte degli ufficiali raggiunse poco dopo l'armata, e si portò eroicamente: rimasero solamente quegli eroi che fanno la guerra per diventare ricconi, che fuggono al fuoco, ma che sono i primi ad attaccarsi i ciondoli del valor militare sul petto.
      Dalla rivoluzionaria assemblea, fu conchiuso d'inviare una sommissione al Generale e fargli noto, come idea decisa di tutti, fosse il raggiungere i fratelli che si trovavano in faccia al nemico.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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