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      Povero Rossi!... Venne con noi, cominciò a domandare... ma noi con poco rispetto attaccammo un sonno da paragonarsi solamente a quello di un lettore delle Perseveranza, ed egli continuò a gestire, e scalmanarsi per una buona mezz'ora, in mezzo alle note più o meno sfogate delle nostre trachee cambiate lì per lì in contrabbassi.
     
     
     
      CAPITOLO IX.
     
      L'aver ritrovato i nostri amici, la contentezza di poter passare qualche ora con loro ci aveva fatto dimenticare il ritrovo, a cui eravamo stati invitati il dì innanzi dal nostro ufficiale. Un vecchio soldato arriccerà il naso a questa notizia, e dirà, come di solito, che primo ed essenziale requisito di coloro che bramano farsi onore e debellare il nemico è la disciplina: ma noi che abbiamo a noia il veder l'uomo ridotto allo stato di macchina, noi che siamo persuasi che l'affezione a un'idea può benissimo generare l'eroe, che non hanno mai generato le ridicole e assurde pedanterie, noi credemmo di non aver dicerto peccato, se in quel primo giorno eravamo stati sordi all'invito, decisi di raggiungere al domani la compagnia, o il battaglione a cui eravamo stati aggregati.
      Perciò appena albeggiò, escimmo di casa e ci avviammo verso il centro della città per sapere le notizie che ci riguardavano. La piazza della Mairie, era una delle più belle piazze di Digione: notevole per un gran numero di baracche e di banchi dove alcune donne, tutte brutte, ad eccezione di una sola, facevano spaccio, di sigari, di caffè e di liquori. I volontarii si affollavano intorno a loro, e non avevano torto: lì con dieci centesimi, avevano quello che nelle botteghe costava quaranta e anche cinquanta centesimi.


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Da Firenze a Digione
Impressioni di un reduce garibaldino
di Ettore Socci
Tipografia sociale Prato
1871 pagine 297

   





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